C'era una volta il West è un film del 1968 diretto da Sergio Leone. È un western all'italiana di registro epico prodotto dalla Paramount Pictures e interpretato da Charles Bronson, Claudia Cardinale, Henry Fonda e Jason Robards. La sceneggiatura venne scritta da Leone e Sergio Donati, da un soggetto ideato da Leone, Bernardo Bertolucci e Dario Argento. Il film venne fotografato da Tonino Delli Colli e musicato da Ennio Morricone. È il primo episodio della trilogia del tempo di Leone, che proseguirà con Giù la testa (1971) e C'era una volta in America (1984).
La versione originale del regista era lunga 165 minuti quando il film uscì il 21 dicembre 1968. Questa versione venne proiettata nelle sale cinematografiche europee, e fu un successo al botteghino. Per l'uscita negli Stati Uniti d'America il 28 maggio 1969, C'era una volta il West venne tagliato dalla Paramount fino a una durata di 145 minuti, ricevendo un'accoglienza critica per lo più negativa e fallendo finanziariamente. Il film è oggi considerato tra i migliori western mai realizzati.[1][2][3][4][5][6]
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Dopo aver diretto Il buono, il brutto, il cattivo, Leone aveva intenzione di ritirarsi dal fare western, credendo di aver già detto tutto quello che voleva. Si era imbattuto nel romanzo Mano armata di Harry Grey, un libro autobiografico basato sull'esperienza dell'autore come criminale ebreo durante il proibizionismo, e progettava di adattarlo in un film (che sarebbe infine diventato, diciassette anni dopo, il suo ultimo film, C'era una volta in America). A Leone però venivano offerti solo western dagli studios di Hollywood. La United Artists (che aveva prodotto la trilogia del dollaro) gli offrì l'opportunità di fare un film con protagonisti Charlton Heston, Kirk Douglas e Rock Hudson, ma il regista rifiutò; tuttavia, quando la Paramount Pictures offrì a Leone un budget generoso con accesso a Henry Fonda - il suo attore preferito e uno con cui avrebbe voluto lavorare per quasi tutta la sua carriera -, il regista infine accettò.
Risposi di sì, ma non gli bastava. Sergio voleva sapere perché. Così risposi con una frase che penso gli sia piaciuta molto, e dalla quale fu quasi sedotto. Dissi che mi piaceva il modo con cui filmava i culi dei cavalli. In generale, nei western sia italiani che tedeschi, i cavalli venivano ripresi frontalmente e di fianco - di profilo. Ma quando li filmi tu, gli dissi, mostri sempre i didietro; un coro di didietro. Sono pochi i registi che riprendono il retro, che è meno retorico e romantico. Uno è John Ford. L'altro sei tu. Questa cosa lo stese completamente! Tacque per qualche secondo e poi disse: "Bisogna che facciamo un film insieme una volta di queste". E cominciò a raccontarmi l'inizio di una storia.[7][8][9][10][11]
Leone, invece, lo sfruttò per esprimere il proprio punto di vista sul west: "L'idea di base era ricorrere ad alcune delle convenzioni, dei trucchi e delle ambientazioni dei western americani, e a una serie di riferimenti a singoli western - e usare il tutto per raccontare la mia versione della storia della nascita di una nazione".[7][14] Bertolucci, a questo proposito, affermò: "In quei giorni c'era il culto per l'uso delle citazioni, e io mi dicevo: Non sarebbe stupendo se un regista del talento di Leone facesse citazioni senza saperlo, in tutta innocenza - citazioni che, invece di essere volute, si limitano a capitare?".[7][10][15] In realtà, secondo il regista del film, Bertolucci, non avendo lavorato alla sceneggiatura, non poté prendere decisioni riguardo al menzionare altri film, pur avendo apportato qualcosa di personale collaborando alla storia.[7][14]
Il frutto di quattro mesi di riunioni fu un trattamento, che Bertolucci ricorda enorme...[di] circa trecento pagine, consistente perlopiù in descrizioni, suggerimenti di immagini visive e indicazioni di messa in scena.[7] A questo punto, Bertolucci decise di separarsi dal gruppo, poiché aveva appena accettato di dirigere un film interpretato dai membri della compagnia teatrale sperimentale del Living Theatre, che sarebbe stato poi chiamato Agonia e incluso nel film collettivo Amore e rabbia del 1969.[7] Argento, quindi, decise di dedicarsi alla scrittura di diverse sceneggiature di spaghetti western, tra cui quella di Un esercito di 5 uomini, di cui diresse una sequenza, e alla preparazione del suo primo film da regista, L'uccello dalle piume di cristallo, un thriller che sarebbe poi uscito nelle sale nel 1970.[7]
Quando accettò il ruolo, Fonda arrivò sul set con lenti a contatto marroni e barba. Fonda sentiva che avere gli occhi scuri e la barba si sarebbe fuso bene con il male del suo personaggio e avrebbe aiutato il pubblico ad accettare questo "nuovo" Fonda come il cattivo, ma Leone gli disse subito di togliere lenti e barba. Leone riteneva che gli occhi azzurri di Fonda riflettessero meglio la gelida natura del killer. Era una delle prime volte in un film western dove il cattivo sarebbe stato interpretato dall'attore principale.
Fatta eccezione per circa un minuto del motivo "Come una sentenza", prima che Armonica uccida i tre banditi, nessuna colonna sonora viene suonata fino alla fine della seconda scena, quando Henry Fonda fa il suo primo ingresso. Questo può non sembrare particolarmente strano, anche se la musica di Morricone è solitamente considerata come una parte vitale dei film western di Sergio Leone. Durante l'inizio del film, Leone e Morricone fanno invece utilizzo di un numero di suoni naturali, per esempio una ruota che gira nel vento, il suono di un treno, locuste, fucili da caccia, ali di piccioni ecc., oltre all'armonica suonata dal personaggio di Bronson, dal momento che il suono dell'armonica è "dentro il film" piuttosto che una vera colonna sonora.
Benché meno popolare negli Stati Uniti d'America rispetto alla precedente trilogia del dollaro, C'era una volta il West guadagnò un fervente seguito di culto in tutto il mondo, in particolare tra cineasti e registi. Già negli anni 1970 venne rivalutato da giovani registi e critici, molti dei quali lo definirono un capolavoro; tra i tanti, anche Quentin Tarantino, Martin Scorsese, George Lucas, John Carpenter e John Boorman hanno parlato dell'influenza che il film ha avuto su di loro. È ormai considerato uno dei migliori film mai realizzati e alcuni critici lo considerano il miglior western di sempre e la più bella realizzazione di Sergio Leone come regista. Il sito web di aggregazione di recensioni Rotten Tomatoes raccolse retrospettivamente le recensioni di 54 critici, tutte positive.[27] C'era una volta il West può essere trovato in numerosi sondaggi cinematografici e liste "best of":
La prima edizione DVD uscì il 20 giugno 2000 ad opera della CVC. Il DVD presentava la director's cut con l'audio italiano rielaborato in Dolby Digital 5.1. Il video tuttavia venne rimasterizzato in 1,85:1, tagliando i lati dell'immagine. Come extra erano presenti le filmografie di Leone e degli attori principali.[30]
La seconda edizione DVD uscì il 13 aprile 2002, sempre ad opera della CVC. Promosso come edizione speciale, il DVD presentava la director's cut rimasterizzata nel formato originale in 2,35:1, con l'audio italiano in mono e in Dolby Digital 5.1. Come extra, oltre alle filmografie di regista e attori, erano presenti delle interviste a Sergio Leone e Claudia Cardinale. Questo fu l'ultimo DVD a presentare la director's cut italiana.[31]
La terza edizione DVD uscì il 21 novembre 2007, ad opera di Mondo Home Entertainment. Il DVD includeva per la prima volta la versione cinematografica, nell'edizione restaurata presentata a Roma il mese precedente. Il DVD era disponibile, oltre che nella versione normale, anche in una Special Edition digibook che includeva il libro La storia di un'opera. Il film era presentato con l'audio italiano in mono (inclusa una traccia in PCM lineare) e sottotitoli per non udenti nella stessa lingua. Non era incluso alcun contenuto speciale.[32]
Intento di Leone era di prendere le usuali convenzioni dei western americani di John Ford, Howard Hawks e altri per rielaborarle in modo ironico, sostanzialmente invertendo il loro significato previsto nelle fonti originali per infondere una connotazione più cupa.[35] L'esempio più evidente di questo è la scelta del veterano eroe del cinema Henry Fonda come interprete del malvagio Frank, ma ci sono anche molte altre inversioni più sottili lungo tutto il film. Secondo il critico e storico del cinema Christopher Frayling, il film cita ben 30 western classici americani. 2ff7e9595c
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